giovedì 21 maggio 2009

CONIGLIO IN PORCHETTA


Coniglio in porchetta.


A volte vi potrebbe capitare un coniglio che sia veramente casereccio. Bene. Se vi capita sperimentate la cottura in porchetta.
Più che una cottura “la porchettatura” è una filosofia di vita. Basta menzionare oltre al finocchio selvatico i suoi frutti e cugini come le preparazioni di anice, di mistrà e i vari utilizzi sia salati che dolci che si tramandano nelle generazioni.
Nelle Marche la cottura in porchetta viene regolarmente eseguita sul maiale, sul coniglio, sull’arrosto misto al forno (di oca, anatra, faraona ecc. ecc.), sul pesce fresco e sul baccalà. Insomma, non si sa chi abbia lasciato ( I greci? I Galli Senoni? Napoleone? Le truppe Papaline?) quel benedetto finocchio selvatico ma viene molto utilizzato.


4 spicchi di aglio
6/7 di stecchette/bastoncini di finocchio selvatico
50 gr. di pancetta tesa o lardelli di prosciutto
Pepe nero
Sale
Cognac
Vino bianco secco
Olio di oliva



Fate rosolare per bene e a fuoco vivo il finocchio selvatico e la pancetta ridotta a dadi non troppo piccoli. Mettete a rosolare anche il coniglio ridotto nei pezzi che poi servirete in tavola.
Come è tutto biondo sfumate con un mezzo bicchierino di Cognac e lasciate evaporare l’alcool. Allungate anche un mezzo bicchiere di vino bianco secco e fate sfumare anche questo.



Giunti a questo punto, se lo preferite potete continuare con la cottura in padella o optare per un fine cottura al forno (se poi ne avete un forno a legna è d’obbligo) .
In padella:
Abbassate la fiamma, coprite e lasciate andare per almeno 90 minuti. Abbiate cura di controllare che non si secchi troppo e allungate di acqua se necessario.
Al forno:
Va cotto a circa 140/150 gradi, per circa 90 minuti, senza coperchio e controllate ovviamente che non si asciughi troppo, aggiungendo acqua se necessario.


Praticamente cambia solo il tipo di cottura ma sono ambedue eccellenti e molto saporite.

Da abbinare con rossi freschi e giovani come il Merlot, Franciacorta o Valpolicella.

1 commento: